lunedì 21 gennaio 2013


Cari lettori finalmente pubblico qualcosa su questo blog. Io sono conciata un po' malino, ho tolto da poco il dente del giudizio. Sembro un criceto! 
Oggi voglio raccontarvi qualcosa su Kriekegaard. Egli nacque a Copenaghen il 5 maggio del 1813, e morì l'11 novembre del 1855. 
Ciò che caratterizza principalmente il suo pensiero, è il concetto dell'angoscia e della disperazione. 
Egli ricevette una rigida educazione dal padre, e una concezione troppo rigida della religione. Le opere che caratterizzano il suo malessere sono " il concetto dell'angoscia" e " la malattia mortale". L'uomo a differenza dell'animale, nella vita è obbligato a fare delle scelte, che determinano la nostra vita, mentre l'animale ha il suo percorso già segnato. L'angoscia è un sentimento tipicamente umano, e fa parte in ognuno di noi. Fin da bambini siamo costretti a fare delle scelte, spesso difficili. Ad esempio, quando siamo in terza media e bisogna scegliere la scuola superiore, è una scelta difficile e imprevedibile perché non siamo sicuri che sia giusta per noi. Tutto ciò, ci mette angoscia. Io sono in panico, perché è gennaio e non ho idee ne per la tesina ne su cosa fare della mia vita. Sono messa un po' maluccio, e se iniziò a pensarci l'unica cosa che sento è ansia, tanta ansia. 
L'uomo nel fare una scelta, prova angoscia perché non può sapere come sarebbero andate le cose se avesse scelto l'altra "strada". 
L'unico modo per contrastare l'angoscia, è la ragione.
La disperazione, è un altro argomento trattato da Kriekegaard. 
Egli definisce la disperazione, come "malattia mortale" non perché conduce alla morte, ma perché ci fa vivere la morte. L'unico rimedio per combattere la disperazione, è la fede. 
La fede è speranza e fiducia in Dio. 
Non sono pienamente convinta, credo che una persona o è sempre credente o non lo è mai. Non è giusto aggrapparsi a Dio solo perché si è disperati. Conosco una persona che era atea, e dopo aver scoperto di avere una brutta malattia, ha iniziato a pregare e ad andare in Chiesa. Fortunatamente, ora sta bene, ma non trovo giusto l'approccio con cui si è avvicinata a Dio. 
Concludendo, questi sono i pensieri che mi sono interessati di più su Kierkegaard. Personalmente, non l'ho trovato un autore noioso, pur essendo molto pessimista. 
Vi auguro buona serata e ci vediamo alla prossima ciao


mercoledì 12 dicembre 2012


Sono già le sei di pomeriggio e oggi non ho ancora fatto niente, forse perché l'evento di oggi mi ha scombussolato la giornata. Oggi sono andata al funerale di un caro amico di famiglia, era una persona veramente speciale e abitava nel mio condominio anche se manca da venerdì si sente già una grande mancanza. Ora però non parlerò più dei miei "cavoli ", devo raccontarvi qualcosa di filosofia. Tra gli autori svolti fin'ora che non sono poi così tanti quello che mi ha colpito di più tra  Schopenhauer e Nietzsche è sicuramente Nietzsche.
Friendrich Nietzche nacque il 15 ottobre 1844 e morì il 25 agosto del 1900. Egli fu in filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco. Egli ebbe una forte influenza, sul pensiero filosofico e politico del 900. La sua filosofia è considerata nel mezzo tra filosofia tradizionale, e un nuovo modello di riflessione. Inoltre diede grande rilievo al mito , poesia e musica. Egli quando iniziò i suoi studi, fu affascinato da Platone e Schopenhauer che influenzarono la sua produzione. Nietzsche nell'ultimo periodo della sua vita ebbe problemi psico-fisici. Infatti, fu ricoverato in una clinica psichiatrica e successivamente fu assistito dalla madre e dalla sorella fino alla morte di entrambe. Egli soffriva di disturbi mentali, e la causa che lo portò a questo problema fu il grande sforzo creativo a cui si sottopose negli anni precedenti.
Uno dei pensieri che mi ha interessata maggiormente è l'Oltreuomo. Nietzsche si immaginava un nuovo tipo d'uomo, capace di staccarsi dalla società liberandosi dai pregiudizi, e schemi tradizionali ma capace di creare nuovi valori su cui basarsi. Molti teorici intendono "super uomo", come " colui che è sopra gli uomini" e gli schiaccia. In realtà, il " super uomo" non schiaccia gli altri, ma procede la sua vita differenziandosi, dalla massa che rende l'uomo "schiavo ". L'Oltreuomo è discepolo di Dioniso, perché accetta la vita in tutte le sue sfumature ( dolori, gioie) senza ribellarsi a questi avvenimenti. Il "super uomo " si è liberato dai concetti che da sempre logorano l'uomo: bene e male. Personalmente penso che anche oggi, le persone che si distinguono dalla massa, possiamo considerarle "super uomo". Essi fanno cose che non tutti avrebbero il coraggio di fare, e staccarsi dai pensieri e pregiudizi della massa è difficile e non da tutti.  Anche il mio cantante preferito Zucchero cita Nietzche in due sue canzoni:
"Nice che dice" e indirettamente in "Baila Morena" cita delle frasi tratte da "Also sprach Zarathustra".
" che devi avere un caos dentro di te, per far fiorire una stella che balla" , questa frase era per l'ex moglie amante dell'opera da cui vengono presi i versi.
Concludendo spero che vi sia piaciuto e ci vediamo alla prossima ciao